Come riportano alcune testate giornalistiche la Tharros del patron Tonio Mura è pronta a lasciare il Paese nel caso le gare vengano disputate a porte chiuse.
Mura e il Covid-19: “A casa dopo 12 giorni di ricovero in ospedale, la salute vien prima di tutto non sottovalutate il virus” raccomanda il Presidente.
Il patron biancorosso tornato a casa da qualche giorno ma in quarantena invita la Figc a riflettere: “Il calcio in questo momento passa in secondo piano, meglio fermarci un mese“. E poi commenta l’ordinanza del comune di Oristano “Se ci fanno giocare a porte chiuse lasciamo Oristano”
Infatti da qualche giorno il comune ha emanato le restinzioni viste l’aumento dei casi “Campionati senza pubblico e mascherina anche all’aperto: la nuova ordinanza a Oristano”
Via libera alle partite di campionato senza pubblico e obbligo di utilizzo della mascherina anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, parchi) laddove per la natura, idoneità e caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura occasionale.
Le nuove regole in vigore dal 1° ottobre a Oristano sono stabilite da una nuova ordinanza del Sindaco Andrea Lutzu che, visto il forte aumento dei casi da Covid-19 in città ha deciso di prevedere nuove misure di contrasto alla circolazione del virus.
E così la Tharros come altre società dilettantistiche sarà costretta a giocare senza pubblico, la società non ci sta e si prepara a fare i bagagli.
Per i dilettanti il futuro appare buio. Giocare a porte chiuse una parte della stagione li priverà di una ottima fonte di ricavo.
La preannunciata decisione di giocare a porte chiuse sino alla fine dell’anno, rischia di far perdere ai club molti introiti e tifosi per strada. L’abitudine della partita la domenica (o il sabato) il rito che si andrebbe a perdere e che sarebbe difficile, una volta ripresa la possibilità di accedere allo stadio, riprendere.
Tutte le società sportive di calcio – dalla serie D alla Terza Categoria – rappresentano città italiane di piccole e medie dimensioni e quindi hanno come principale fonte di ricavo una serie di sponsorizzazioni da parte delle imprese locali che le società recuperano durante il corso della stagione con l’obiettivo di bilanciare i costi.I
ll calcio dilettantistico rischia il fallimento, purtroppo si mantiene soprattutto dal supporto e l’apporto dei tifosi e quindi così non sarà possibile andare avanti, le società sono già in forte crisi per la mancanza di fondi e sponsor.
(fonti Oristanonoi.it. e LinkOristano. It)